La Depressione: cos’è e come intervenire

Molti si chiedono cosa sia la depressione. Sul questo tema ci sono numerosi miti e tanta disinformazione.
È stimato che la depressione colpisca circa 350 milioni di individui in tutto il mondo. I tassi di prevalenza nell’arco della vita arrivano a toccare il 12.7% negli uomini e il 21% nelle donne.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità nel 2020, la depressione sarà la causa maggiore di problemi di salute solamente successiva ai problemi cardio-circolatori.
I sintomi che caratterizzano la Depressione Maggiore (DP) e la maggior parte dei disturbi dell’area depressiva sono:

  • Umore marcatamente triste e depresso;
  • Perdita di piacere e di interesse;
  • Aumento o perdita di peso;
  • Insonnia o ipersonnia;
  • Agitazione o rallentamento motorio;
  • Mancanza di energia.

A questi sintomi possono aggiungere sentimenti di autosvalutazione e sensi di colpa, difficoltà di concentrazione, pensieri ricorrenti di morte o di suicidio.
I sintomi possono divenire talmente invalidanti da compromettere il funzionamento quotidiano e i rapporti interpersonali.
La DP tende ad avere un decorso cronico e ricorrente.

Sulla depressione ci si trova a confrontarsi con una eterogeneità di sfaccettature e disturbi (disturbo bipolare, disturbo distimico, depressione maggiore e altri; si rimanda ad altri articoli la descrizione dei singoli disturbi). Nella maggior parte dei casi quando si parla di Depressione si fa riferimento alla DP che rappresenta l’affezione più frequente.

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Quanti tipi di Depressione?

La Depressione: cos'è e come intervenireLe conseguenze della depressione possono essere numerose e vanno dalla sofferenza psicologica alla diminuzione della produttività all’aumento dei controlli e delle spese mediche.
Un altro elemento distintivo per classificare la depressione è la sua origine.
Oggigiorno la teoria più avvalorata per spiegare le cause di questo genere di disturbi è la Teoria Diatesis-Stress.
Secondo questa Teoria, la depressione è la conseguenza di una vulnerabilità alla malattia (Diatesis) e situazioni stressanti (Stress). La vulnerabilità può essere causata da fattori biologici, esperienze infantili, malattie.

La persona che si trova ad affrontare una situazione di stress (lutto, divorzio, licenziamento…) possono sviluppare sintomi depressivi nel momento in cui sono particolarmente vulnerabili alla malattia. Persone non “vulnerabili” possono riuscire ad affrontare le situazioni di stress con più “anticorpi psicologici” e, di conseguenza, non sviluppare il disturbo depressivo.
Le depressioni possono essere ulteriormente suddivise in:

REATTIVE (SITUAZIONALI, ESOGENE): vengono definite tali le depressioni che traggono la loro origine da un evento esterno facilmente identificabile. Gli eventi scatenanti possono includere: perdita di lavoro, divorzio, eventi traumatici, assistenza a parente malato terminale…
È bene sottolineare che gli eventi, da soli, non possono scatenare la depressione.
ENDOGENE: le cause della depressione possono essere dovute più a processi biochimici del cervello che a condizioni di vita. L’iniziale attivazione ha come conseguenza una alterazione dei pensieri, relazioni, atteggiamenti che causano circoli viziosi cronicizzanti.
È importante non confondere l’origine endogena della depressione con una condanna alla sofferenza come il concetto di vulnerabilità non deve essere intesa come una dannazione genetica alla depressione.

La Depressione: cos'è e come intervenireLeggi anche Le linee-guida per il disturbi d’ansia generalizzata

La Depressione e la Terapia cognitivo-comportamentale

All’interno del modello cognitivo-comportamentale i pensieri, le emozioni, le reazioni fisiologiche e i comportamenti rappresentano aspetti importanti dell’esperienza individuale.
La TCC ha lo scopo di aiutare l’individuo ad identificare i pensieri depressogeni e i comportamenti cronicizzanti. Successivamente, si impegna ad insegnare strategie volte a ristrutturare i pensieri disfunzionali che caratterizzano la depressione. Oltre al lavoro cognitivo (sul pensiero) la TCC insegna ai pazienti come fronteggiare le situazioni di stress, insegna abilità sociali (Social Skills) e altre strategie utili al raggiungimento del benessere.
Come illustrato nelle “Practice Guideline for the treatment of patients with Major Depression Disorder” la TCC si focalizza primariamente sulle strutture di pensiero che caratterizzano il disturbo. La TCC lavora sulle convinzioni irrazionali e disfunzionali che la persona ha su se stesso, sugli altri e sul mondo.
Si può concludere, citando le Guideline che evidenziano che “la TCC è un trattamento efficace per la Depressione Maggiore”:

American Psychiatric Association (2010). Practice Guideline for the treatment of patients with Major Depression Disorder.
Clark D.A., Beck A. T., Alford B. A. (2001). Teoria e terapia cognitiva della depressione. Milano: Masson.
Klosko J.S., Sanderson W.C. (2001).Trattamento cognitivo-comportamentale della depressione. Milano McGraw Hill.
Knaus W. J., Knaus (2012). The Cognitive Behavioral Workbook for Depression: A Step-by-Step Program. New Harbinger Publications.

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