L’omofobia interiorizzata può avere diverse origini e, purtroppo, numerose conseguenze negative. In questo articolo verrà indagata l’ omofobia interiorizzata: cause e conseguenze
E’ una forma di omofobia molto più subdola e pericolosa in quanto colpisce gli omosessuali nella loro identità. Quando si parla di omofobia si fa automaticamente riferimento a quella sociale. . A differenza dell’omofobia sociale o istituzionalizzata, l’omofobia interiorizzata caratterizza le persone omosessuali.
Che cos’è l’omofobia interiorizzata?
“Si definisce “omofobia interiorizzata” (internalizad homophobia) l’accettazione passiva di tali atteggiamenti negativi e pregiudizi. Essi si trasformano in una sorta di oppressione interiore che in ogni istante ricorda al gay o alla lesbica il peso della propria diversità”. (Montano, 2000)
La persona omosessuale, nel corso della sua vita, ed in particolare gli anni dello sviluppo, può assorbire l’insieme di idee negative, pregiudizi che aleggiano in società attraverso i mass media, il confronto sociale. L’assunzione passiva di queste idee non vengono riconosciute dalla persona omosessuali, ma, con il tempo, vengono assunte come verità.
L’omofobia interiorizzata può essere fatta risalire a quattro elementi principali:
- Il pregiudizio: l’assunzione di idee negative sull’omosessualità e gli individui omosessuali.
- La disinformazione: la non conoscenza delle informazioni e del mondo inerente l’omosessualità. Ciò rende gli individui omosessuali incapaci di fronteggiare i pregiudizi circostanti.
- L’isolamento: la mancanza di un supporto sociale.
- La condanna sociale: l’elemento, spesso, più forte contro cui le persone omosessuali devono combattere.
Questi elementi si intersecano creando un mix molto pesante che porta il gay e la lesbica ad accettare una immagine di sé negativa, distorta, con una conseguente diminuzione dell’autostima. La strutturazione di una immagine negativa, difettata può portare il giovane omosessuale ad assumere un atteggiamento passivo nei confronti degli altri. Tale atteggiamento è rinforzato da un forte senso di colpa che l’individuo può vivere a causa del suo orientamento sessuale.
Non è raro, che la persona omosessuale abbia interiorizzato i pregiudizi in maniera così massiccia da esprimere sentimenti negativi nei confronti delle persone, che come lui, sono “diverse”.
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Quali sono le conseguenze dell’omofobia interiorizzata?
A causa dell’omofobia interiorizzata, la persona omosessuale può diffidare dai propri sentimenti e desideri in quanto lo considera sporchi, perversi, pericolosi. La negazione dei propri sentimenti può portare alla difficoltà di relazionarsi con altre persone omosessuali o a esprimere la propria affettività all’interno del rapporto di coppia.
Il gay o la lesbica che ha fatto propri i sentimenti negativi riguardanti l’omosessualità può reagire in maniera differente e variegata. Quanto detto impedisce di tracciare un quadro definito e lineari delle possibili e numerose conseguenze dell’omofobia interiorizzata.
Conseguenze frequenti dell’omofobia interiorizzata
Tra le più frequenti conseguenze di forti sentimenti di omofobia interiorizzata si può evidenziare:
- un persistente timore di essere scoperti. Ciò nasce dal timore della possibile reazione negativa che qualcuno di caro possa avere conseguentemente alla scoperta dell’omosessualità.
- Difficoltà ad intrattenersi pubblicamente con gay o lesbiche dichiarati, al fine di non far sorgere dubbi sul proprio orientamento sessuale.
- La denigrazione degli eterosessuali (eterofobia), intesa come una discriminazione simmetrica a quella vissuta.
- Un vivo sentimento di superiorità nei confronti degli eterosessuali. In alcuni casi, l’omofobia interiorizzata, porta l’individuo ad essere “esageratamente” orgoglioso del proprio orientamento sessuale.
- Mancata percezione delle sane differenze che caratterizzano i gay e le lesbiche rispetto agli uomini e donne eterosessuali.
- Il sentimento di essere “difettato” viene compensato attraverso un continuo atteggiamento perfezionistico in altri ambiti di vita.
- Un sentimento di “resa” e passiva accettazione nei confronti del pregiudizio che si è “essere inadeguati” può portare la persona gay o lesbica a non impegnarsi adeguatamente per il raggiungimento dei propri obiettivi.
- Differenziarsi nei confronti degli altri omosessuali in quanto non si è “differenti rispetto alla maggior parte degli altri omosessuali”.
- L’assunzione della convinzione che l’omosessuale abbia una vita sessuale promiscua può causare la tendenza ad avere relazioni sentimentali brevi e a preferire rapporti occasionali, mettendo a rischio anche la propria salute.
- Una forte auto-svalutazione che può portare ad abuso di sostanze e di alcol, ansia, depressione, disturbi ossessivi.
Come si è evidenziato da quanto scritto precedentemente, l’omofobia interiorizzata può rappresentare una delle maggiori minacce alla salute mentale e fisica degli individui gay e lesbiche, soprattutto perché gli individui non sono consapevoli della loro aderenza ai pregiudizi e alle convinzioni negative sull’omosessualità.
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Cosa fare per superare l’omofobia interiorizzata?
È importante che il gay o la lesbica si soffermino ad analizzare le possibili convinzioni che hanno appreso e fatte proprie in maniera incondizionata. Questo obiettivo può essere raggiunto soffermandosi su quali convinzioni e pregiudizi riguardanti l’omosessualità e gli omosessuali hanno ascoltato durante l’infanzia. Successivamente, si può provare a mettere in discussione tali convinzioni riconoscendone la loro irrazionalità. Un ulteriore modo per affrontare le convinzioni irrazionali sull’omosessualità è quello di documentarsi sul tema, leggendo testi aventi una solida base scientifica.
Se l’individuo omosessuale riconosce di vivere forti sentimenti omofobi può chiedere aiuto ad un professionista adeguatamente formato e, insieme, affrontare anche le conseguenze dell’omofobia interiorizzata.
Castaneda, M. (2006). Comprendere l’omosessualità. Roma: Armando.
Kimeron, N. H. (2008). Loving ourselves. The gay and lesbian guide to self-esteem. Alyson Books: New York.
Linguardi, V. e Nardelli, N. (2014). Linee guida per la consulenza psicologica e la psicoterapia con persone lesbiche, gay, bisessuali. Milano: Raffaello Cortina.
Montano, A. (2000). Psicoterapia con clienti omosessuali. Milano: McGraw Hill.