Per Disturbo Maschile dell’Erezione si intende una persistente, o ricorrente l’impossibilità di raggiungere, o mantenere, un’erezione adeguata fino al completamento dell’attività sessuale (DSM-IV-Tr, 2001). Tale difficoltà deve causare una notevole compromissione dei rapporti interpersonali. In questo articolo verrà illustrato il Disturbo Maschile dell’Erezione: le cause.
In uno studio condotto negli USA su un campione rappresentativo di età compresa tra i 19 e i 59 anni si è riscontrato che il 10,4% degli uomini aveva avuto difficoltà ad avere, o mantenere, l’elezione nell’ultimo anno (Laumann e coll., 1994).
Disturbo Maschile dell’Erezione: le cause
Diverse sono le cause psicologiche all’origine disturbo (Kaplan, 1974; Petruccelli, 1996):
- timore dell’insuccesso, a seguito di precedenti perdita dell’erezione, che sono state drammatizzate;
- timore di essere abbandonato a causa di una prestazione sufficiente;
- difficoltà ad abbandonarsi alle proprie sensazioni fisiche; causata da diversi condizionamenti;
- scarso o eccessivo coinvolgimento;
- stress generale.
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Zilbergeld (1978) ha rintracciato altre convinzioni e influenzano il rapporto sessuale e sui quali è importante intervenire:
- nel sesso è importante la prestazione
- per le donne è più importante la prestazione rispetto alla dimostrazione di affetto;
- l’uomo deve gestire il rapporto sessuale;
- l’uomo deve essere sempre disponibile sessualmente.
In generale, i tre fattori che influenzano negativamente l’atto sessuale sono: ansia, distrazione dalle proprie sensazioni fisiche, errata focalizzazione sul compito.
Il Disturbo Maschile dell’Erezione e la Terapia Cognitivo-Comportamentale
Il Disturbo Maschile dell’Erezione può essere affrontato con successo grazie alla Terapia cognitivo-comportamentale. La TCC basa il suo intervento, in ambito psicologico su procedure di decondizionamento all’ansia e su esercizi graduali “in vivo”. Oltre all’intervento di natura prettamente comportamentale, si prefigge come obiettivo quello di indagare le idee disfunzionali che attivano i processi dell’ansia e le credenze relative alla sfera sessuale.
Un intervento cognitivo ha come scopo ristrutturare tutti i pensieri ansiogeni e aiutare l’individuo a vivere maniera più libera la propria sessualità.
Solitamente, l’intervento coinvolge anche la partner al fine di agevolare una maggiore comunicazione sessuale.
Hawton e coll. (1992) hanno dimostrato che con la sola terapia si ha un successo nel 70% dei pazienti. Si è anche riscontrato che solo il 56% di essi mantiene i risultati acquisiti a distanza di tre mesi. Al fine di aumentare la stabilità dei risultati McCarthy (1993) ha proposto un training di prevenzione delle ricadute.
Hawton, K., Catalan, J., Faff, J. (1992). Sex therapy for erectile dysfunction: Characteristics of couplet, treatment out come, and prognostic factors. Archives of Sexual Behavior, 21, 161-175.
Kaplan, H: S. (1974). The new sex therapy. New York:Brunner/Mazel. Trad. it.: Nuove terapie sessuali. Milano: Bompiani, 1974.
Laumann, E. O., Gagnon, J., Michael, R. T., Michaels, S. (1994). The social organizzation of sexuality: Sexual practices in the United States. Chicago, IL: University of Chicago Press.
McCarthy, B. (1993). Relapse prevention strategies and techniques in sex therapy. Journal of Sex and Marital Therapy, 19, 142-147.
Petruccelli, F. (1996). Le disfunzioni erettili: aspetti psicologici. In C. Simonelli (a cura di), Diagnosi e trattamento delle disfunzioni sessuali (pp. 74-108). Milano: Franco Angeli.
Zilbergeld, B (1978). Male Sexuality: A Guide tu Sexual Fullfillment. New York: Bantam Books.