Sul tema dell’ansia vi sono molti falsi miti e tanta disinformazione. Le opinioni personali vengono spesso confuse con informazioni scientifiche e provate. Lo scopo di questo breve articolo è quello di presentare il problema dell’Ansia: conoscerla e imparare ad affrontarla.
Ansia e paura
Prima di ogni cosa è bene distinguere l’ansia dalla paura.
Per paura si intende quell’emozione che emerge ed esiste solo nell’interazione dell’individuo con uno stimolo o una situazione. È una attivazione fisiologica a carico del sistema nervoso autonomo e di quello neuroendocrino. L’attivazione fisiologica può manifestarsi dal punto di vista comportamentale con atteggiamenti di freezing (congelamento), reazioni di fuga (evitamento) oppure di interferenza e scadimento nelle capacità e nelle prestazioni dell’individuo. L’ansia ha un focus interno rispetto alle paure. Vi è una sensazione vaga di un pericolo non ben identificato. Si può avere l’ansia di perdere il controllo di se stessi o delle situazione oppure si ha la sensazione che “qualcosa di negativo stia per accadere”. L’ansia ha conseguenza comportamentali, emotive e fisiologiche.
Come riconoscere l’ansia
I sintomi fisiologici dell’ansia possono variare da un individuo all’altro, ma solitamente sono:
- bocca secca,
- sudorazione,
- tachicardia,
- tensione muscolare (braccia, gambe, schiena, collo),
- senso di ottundimento,
- nausea,
- irrequietezza,
- diarrea o stitichezza,
- lievi tremori (conseguenza della tensione muscolare).
I sintomi psicologici possono essere:
- apprensione,
- rimuginazione,
- preoccupazione continua.
Dal punto di vista comportamentale si possono attuare strategie differenti:
- fuga,
- blocco,
- diminuzione delle proprie performance (causate dalla preoccupazione e dal blocco).
Come si può intuire un percorso terapeutico finalizzato alla risoluzione di un problema d’ansia deve andare ad intervenire sui vari aspetti dell’ansia.
L’ansia si può manifestare in diversi modi, può differire per intensità e modalità di presentazione.
Ansia sana e Ansia patologica
È bene sottolineare che vi è una enorme differenza tra ansia e disturbi ansiosi. Esistono situazioni quotidiane che possono attivare ragionevolmente e appropriatamente ansia. Non provare ansia in risposta ai cambiamenti quotidiani a cui siamo sottoposti può essere deleterio e pericoloso, in quanto adeguati livelli d’ansia aiutano ad affrontare le situazioni.
I disturbi dello spettro ansioso differiscono dall’ansia quotidiana per tre caratteristiche fondamentali:
- sono eccessivamente intense rispetto alla situazione o allo stimolo;
- persistono irragionevolmente per lungo tempo nonostante la cessazione dello stimolo (o situazione) ansioso;
- interferisce con la quotidianità impedendoci di raggiungere degli obiettivi.
Leggi anche: Le linee-guida per il Disturbo d’ansia generalizzato
I Disturbi d’Ansia
Dello “spettro” ansioso fanno parte diversi disturbi:
- Disturbo di panico
- Disturbo d’ansia generalizzato
- Agorafobia
- Fobia Specifica
- Disturbo d’ansia sociale
- Disturbo d’ansia da separazione
- Mutismo selettivo
- Altro Disturbo d’ansia specifico
- Disturbo d’ansia da condizione medica
- Disturbo d’ansia non altrimenti specificato
Ansia e Terapia cognitivo-comportamentale
Quali sono,secondo la terapia cognitivo-comportamentale (TCC), le cause dell’ansia?
All’interno dell’approccio cognitivo-comportamentale sono stati sviluppati diversi modelli per comprendere e, di conseguenza, curare i disturbi dello spettro ansioso.
L’elemento che accomuna i vari modelli è la comprensione che l’ansia è associata a fenomeni di errata (distorta) elaborazione delle informazioni provenienti dalle diverse situazioni-stimolo.
Gli schemi cognitivi (valutazioni, aspettative…) risultano inadeguati per una comprensione e valutazione corretta della situazione e della sua potenziale pericolosità. L’errata percezione e la potenziale pericolosità avvertita possono essere dovuti da un senso elevato di vulnerabilità personale o di scarse risorse di fronteggiamento. In generale, possiamo affermare che i disturbi ansiosi siano la conseguenza di una ipersensibilità dei sistemi d’allarme che causano falsi positivi (attivazione anche in assenza di un reale pericolo).
Lo scopo della TCC è quello di aiutare l’individuo a prendere maggiormente consapevolezza delle proprie abilità e aiutare a rendere gli schemi cognitivi disfunzionali più flessibili e adeguati alle situazioni.
Al fine di migliorare la gestione dell’ansia, all’interno di una TCC non è raro che vengano apprese tecniche di rilassamento come il training autogeno, rilassamento muscolare, respirazione diaframmatica.