Dopo il video su come gestire i pensieri negativi ho ricevuto diversi commenti nei quali mi si chiedeva di parlare del DOC: il disturbo ossessivo-compulsivo. Con questo articolo voglio approfondire l’argomento e spiegarti come superare il DOC. Credo che il Disturbo Ossessivo-Compulsivo sia uno dei più complessi da affrontare. Circa il 2-3% della popolazione soffre di DOC nell’arco della propria vita. Molte persone, purtroppo, provano vergogna e non chiedono aiuto. Trovano il coraggio di chiedere una consulenza specialistica solamente quando il problema è diventato particolarmente invalidante.
In un precedente video, ti ho illustrato il Disturbo Ossessivo-Compulsivo e ti ho spiegato la relazione tra ossessioni e compulsioni. Il DOC è un problema complesso e diverse convinzioni e atteggiamenti legano le compulsioni alle ossessioni. Il presente articolo non vuole assolutamente essere una guida esaustiva su come superare il DOC in quanto ogni individuo è differente e il disturbo può manifestarsi in diversi modi. Se sei interessato ulteriormente al DOC e al suo funzionamento, lascia un commento.
Come indicato dal nome stesso il DOC è connotato da due aspetti fondamentali: le ossessioni e le compulsioni.
Vediamo nel dettaglio cosa sono questi due aspetti dello stesso problema.
Le ossessioni
Con questo termine si intendono le idee ripetitive e involontarie che la persona percepisce come intrusive. I pensieri intrusivi sono preoccupazioni, angosce e paure che impediscono alla persona di focalizzare l’attenzione sul presente.
È importante sottolineare un aspetto, molte persone hanno pensieri intrusivi, ma solo alcuni sviluppano un DOC. Come mai?
Le persone che sviluppano il DOC oltre ad avere pensieri intrusivi hanno delle convinzioni particolari su di esse.
Nel video su come affrontare i pensieri negativi ti ho spiegato che il problema non è la presenza dei pensieri ma le idee che si hanno su di essa. Infatti, molte persone sono particolarmente infastidite dai pensieri perché credono che non siano normali, che non debbano esserci, che non si dovrebbero avere preoccupazioni e che avere un pensiero significa agire quello che si pensa.
Voglio prestare particolare attenzione a quest’ultima convinzione: se penso una cosa la farò o accadrà.
Questa idea mette sullo stesso piano il pensiero e l’azione.
Ciò è errato, il fatto di avere dei pensieri non implica automaticamente che possiamo mettere in atto dei comportamenti o che quello che pensiamo si avveri. Purtroppo, quando si “fonde” il pensiero con l’azione si inizia ad avere una paura esagerata dei pensieri e si cerca di scacciarli.
Nel momento in cui si cerca di allontanare i pensieri negativi non si fa altro che rinforzarli ulteriormente.
Primo consiglio su come superare il DOC
Il primo passo che puoi fare per superare il DOC è di percepire i pensieri per quello che sono: pensieri.
I pensieri non possono costringerti a fare nulla che tu non voglia. Il fatto che tu possa avere un pensiero negativo su qualcuno o qualcosa non significa che sei una cattiva persona e che potresti fare del male. Il pensiero è semplicemente il frutto della tua mente. Avere un pensiero non ti rende suo schiavo.
Molte persone hanno pensieri negativi e violenti ma non fanno del male.
Le compulsioni
Le compulsioni sono comportamenti rituale che le persone mettono in atto per gestire la propria ansia. Le compulsioni possono essere manifeste (controllare il gas, chiudere ripetutamente la macchina) oppure mentali (contare, ripetere delle frasi).
Che relazione c’è tra le ossessioni e le compulsioni? Se mi segui, avrai sicuramente imparato che dietro i nostri atteggiamenti si celano delle convinzioni e delle credenze.
La persona che mette in atto delle compulsioni può avere diverse convinzioni disfunzionali.
Le convinzioni più frequenti sono due.
La prima collega il pensiero ad eventi catastrofici.
Se non lo faccio succederà qualcosa di brutto
Giulia controlla ripetutamente se ha spento la luce della sala. Crede, infatti, che finché non avrà la sensazione che tutto sia spento e corretto qualcosa di brutto possa accadere. Pensa che solo eseguendo il rituale possa scongiurare l’evento nefasto. Il suo timore più profondo è di essere responsabile di un evento spiacevole che possa nuocere a se stessa e agli altri
Quando Giulia compie i suoi rituali si sente subito più tranquilla perché crede di aver scongiurato il pericolo. Purtroppo, questa convinzione si rinforza perché nulla di spiacevole accade.
Giulia attribuisce il fatto che non sia accaduto nessun evento nefasto, non alla bassa probabilità che le cose potessero accadere, ma al suo rituale.
Entra in un circolo vizioso. I rituali la rassicurano e le fanno credere di poter controllare ed evitare eventi spiacevoli. La realtà è che gli eventi da lei immaginati accadono molto raramente o sono impossibili.
Un’altra convinzione molto frequente nelle persone che soffrono di DOC è l’idea che il rituale abbia il potere di tranquillizzare e cacciare i pensieri.
Se non lo faccio non mi libererò dei pensieri
La persona affetta da disturbo ossessivo-compulsivo crede che attraverso i rituali possa liberarsi dai pensieri intrusivi. Solo grazie ad alcuni atteggiamenti può evitare che i pensieri le rimangano in mente tutto il giorno.
Alcune persone con DOC credono che se non compiono determinati rituali possono impazzire a causa dei pensieri ossessivi.
La maggior parte delle volte, dopo i rituali si sentono più tranquille.
Il miglioramento del loro stato emotivo non è la conseguenza del rituale ma della loro stessa convinzione. È l’idea stessa di stare bene dopo aver compiuto determinati comportamenti che li tranquillizza. Anche in questo caso si crea un circolo vizioso.
Roberto soffre di DOC da più di 7 anni. Quando mi spiega il disturbo mi dice che deve tenere in ordine gli oggetti in casa perché questo lo tranquillizza. Ha il timore del disordine e degli oggetti fuori posto perché sa di non poter stare tranquillo nel disordine.
Lui stesso mi spiega che” se non tengo tutto in ordine, so già che a lavoro starò a pensare al disordine che regna in casa. Se metto tutto in ordine, quando sono a lavoro non sono bloccato dai pensieri”.
Purtroppo, Roberto non è ancora consapevole che sono le sue stesse convinzioni a tranquillizzarlo.
Secondo consiglio su come superare il DOC
Come hai potuto notare dalle esperienze che ti ho riportato, il DOC si nutre di circoli viziosi.
I comportamenti ripetitivi non fanno altro che rendere più forti convinzioni non salutari.
Se soffri di DOC di consiglio di fare un esercizio.
Prima di presentartelo voglio sottolineare che se deciderai di fare l’esercizio che ti propongo dovrai essere pronto a tollerare l’ansia.
Evita di mettere in atto i rituali.
Se hai più rituali, inizia da quelli che ritieni meno forti.
Capisco che la mia richiesta può sembrare eccessiva e dentro la tua mente si è acceso una grande sirena di allarme.
Ma se proverai a fare l’esercizio scoprirai che i rituali non sono utili.
Se smetterai di farli scoprirai che non accadrà nulla di catastrofico e che i pensieri pian piano perderanno forza.
Evitando di mettere in atto i comportamenti ripetitivi scoprirai che le convinzioni che ti spingevano a farli erano sbagliati. Iniziando a demolire le convinzioni, proverai meno ansia.
Paola aveva spesso il pensiero di fare del male alla figlia. Dentro di sé si ripeteva che questo pensiero era terribile e che non doveva averlo. Se pensava una cosa simile significava che era capace di farlo ed era una cattiva madre. Per alleviare i pensieri e la paura da essi generata si impegnava ripetutamente nella pulizia della casa.
Pensando alle pulizie evitava di avere “i brutti pensieri”. Aveva notato che concentrandosi sulle pulizie sentiva sempre meno la presenza dei pensieri negativi.
Purtroppo, con il tempo, iniziò a passare tutta la giornata a fare pulizie.
Questo interferiva con l’armonia familiare perché non voleva che nessuno toccasse nulla.
Per affrontare il suo rituale iniziò a diminuire le ore dedicate alle pulizie.
Quando sentiva la presenza dei pensieri ricordava a se stessa che i pensieri erano solo pensieri. Con il tempo, l’impulso a pulire diminuì. Si accorse che anche se non passava l’intera giornata a pulire, i pensieri negativi tendevano ad andare via.
Si impegnava in altre faccende, usciva con le amiche, si dedicava ad un hobby.
All’inizio aveva molta paura dei pensieri e della loro presenza ma con il tempo si accorse che erano innocui.
Smise di etichettarli come “terribili e da non fare assolutamente” e prese consapevolezza che erano solamente una “rottura di scatole” tollerabile.
All’inizio, come ti ho già preannunziato, potresti provare un aumento dell’ansia. È normale ma ricordati che puoi tollerare la sofferenza.
Con il tempo, la spinta a compiere dei rituali diminuirà e tu ti sentirai più libero da essi e dai pensieri intrusivi.
Ricorda che i pensieri sono solamente pensieri.
Spero che questo articolo possa aiutarti a superare il DOC, se hai delle domande o vuoi che approfondisca l’argomento lascia un commento.
Grazie, spiegato molto bene! I pensieri sono solo pensieri…” scinderli” dalle azioni non è semplice, proviamoci!!
Il mio doc ha rituali esplicativi di un passato che non pare chiaro, per cui sento il bisogno di chiarirlo con questi rituali proprio ad annullare l’ansia che deriva dal ricordo di tale passato. Mi propongo sempre di non eseguirli più ma ci riesco solo quando il detto ricordo non si trasmette nel futuro collegandosi con quest’ultimo in modo infinito: temo tale collegamento infinito perché temo che, attraverso di esso, io non sia capace, vita natural durante, di non eseguirli più. La possibilità che nel mio futuro io possa eseguirli all’infinito, chissà quante volte ancora, è per me una spada di Damocle che non riesco a tollerare e che mi mette ansia. La vs spiegazione è comunque esaustiva, ma vi ho palesato il mio doc per un approfondimento del medesimo da parte vostra. Grazie.
Grazie per condividere il tuo vissuto e per aver espresso apertamente le tue preoccupazioni riguardo ai rituali legati al tuo passato. Capisco che il ricordo di quel passato poco chiaro possa generare ansia e che i rituali siano diventati un modo per cercare di annullare questa ansia.
È importante riconoscere che affrontare un problema complesso come questo richiede tempo, pazienza e comprensione. I rituali possono sembrare un modo temporaneo per gestire l’ansia, ma è fondamentale esplorare le radici di queste preoccupazioni per poter trovare una soluzione a lungo termine.
Mi fa piacere che tu abbia trovato la mia spiegazione esaustiva, ma capisco anche che desideri un approfondimento specifico da parte mia riguardo al tuo caso. Essendo ogni persona differente e ogni modalità diversa ti consiglio di discutere questi sentimenti e pensieri con uno psicoterapeuta. Sono sicuro che sarà in grado di valutare attentamente la situazione e guidarti attraverso un percorso terapeutico mirato alle tue esigenze.
Ricorda che il fatto di riconoscere il problema e cercare aiuto è già un passo importante verso il benessere emotivo. La speranza e la fiducia in un futuro senza la necessità di eseguire questi rituali sono fondamentali. Con il giusto supporto e impegno, è possibile affrontare questo problema complesso e trovare nuove strategie per gestire l’ansia.
Ti auguro il meglio nel tuo percorso di guarigione!