“Non mi sento amata” è una affermazione che spesso ascolto dalle mie pazienti o leggo sui forum. È capitato anche a te di sentirti così? Ti sei mai chiesta perché non ti senti amata?
In questo articolo voglio illustrarti quali possono essere le cause alla base di questa sensazione. la sensazione di non essere amati può colpire l’autostima nel profondo e come se una vocine nella tua mente dicesse di non valere abbastanza da meritare l’amore.
Perché non mi sento amata?
Valentina mi ha chiesto una consulenza perché negli ultimi mesi la relazione con Luca sta prendendo una piega che non le piace. Convivono da un paio d’anni, nonostante lui sia sempre attento alle esigenze di lei, Valentina non si sente lo steso amata. Durante una seduta lei mi ha detto che lui le fa spesso dei complimenti e le è sempre vicino nei momenti di difficoltà. La sostiene e incoraggia. Nonostante ciò, lei sostiene di non sentirsi ancora amata. Insieme, io e Valentina, cerchiamo di capire perché non si sente amata ed in particolare cosa deve accadere affinché questa brutta sensazione scompaia.
Dopo un momento di riflessione, Valentina sostiene che si sentirebbe più amata se lui le dicesse più spesso “ti amo”. Sottolinea che lui glielo dice, ma lei vorrebbe sentirselo dire più spesso.
Dai racconti di Valentina possiamo capire che lei non si senta amata perché Luca non risponde alle se richieste.
Perché non mi sento amata? Una questione di regole
Molto spesso si crede che per essere e sentirsi amati basta amare l’altra persona. Mi piace tanto e mi fa un po’ sorridere la frase di Lucio Anneo Seneca “se vuoi essere amato, ama”. Sicuramente, è una bellissima frase, profonda ma sottovaluta un principio semplice: ognuno di noi ama in maniera differente
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Ognuno di noi ha un modo proprio di esprimere la propria affettività. Purtroppo, molto spesso le persone hanno linguaggi differenti.
Immagina che due persone, una tedesca e una cinese che cercano di parlare. La persona tedesca esprime il suo affetto nella sua lingua. L’altra persona non riesce a comprendere. Nonostante l’impegno di entrambi, non riescono a capirsi. L’incomprensione non è causa delle persone ma del loro diverso linguaggio.
Il nostro linguaggio affettivo è una conseguenza delle nostre esperienze e delle regole che abbiamo appreso durante la nostra infanzia.
Alcune persone sono state abituate ad esprimere l’amore e l’affetto attraverso abbracci e baci, altri con le parole, altri ancora con gesti pratici. Ognuno di noi ha un diverso linguaggio.
Perché non mi sento amata? Parlare lo stesso linguaggio
Se vuoi capire il perché non ti senti amata, prendi un foglio e scrivi in alto:
“Cosa deve accadere affinchè io mi senta amata?”
Sotto, scrivi tutto ciò che, secondo te, è importante affinché tu ti senta amata. Cerca di essere specifica nella descrizione. Cerca di definire quali comportamenti del partner ti fanno sentire amata. Dedica a questo esercizio almeno 15 minuti. Non fare l’esercizio di corsa, ma dedicagli il tempo che merita.
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Ricordati che grazie a questo esercizio potrai cambiare la tua sensazione di sentirti amata.
Successivamente, parla della tua lista con il tuo compagno affinchè riusciate a trovare un linguaggio comune e condiviso. Facendo ciò, lui saprà cosa ti fa sentire amata. Prova anche a chiedere a lui cosa lo fa sentire amato in maniera da poter, anche tu, esprimere il tuo affetto secondo il suo linguaggio.
Ricorda che, a volte, non ci si sente amati perché si parla linguaggi differenti.
Riuscendo a trovare un linguaggio comune si riesce a superare la sensazione di non essere amati.
L’articolo è molto interessante, grazie! Parlo per la mia (modesta) esperienza: escludendo casi di dipendenza affettiva/problemi psicologici nati nell’infanzia o simili, spesso se non ci si sente amati è perché l’intuito percepisce qualcosa che a livello logico-razionale non si può o non si vuole ammettere. A parer mio non bisognerebbe fare tacere questa voce interiore, se ci si sente poco amati ed ovviamente infelici per questo, è perché effettivamente qualcosa non va. È triste, ma l’intuito non sbaglia. Altrimenti detto:se non ci si sente abbastanza amati è perché probabilmente non lo si è – allo stesso modo in cui non ci si sente del tutto sicuri del proprio partner. Un motivo dice che la gelosia è l’inferno dell’amante tradito.
Chiedo scusa per la lunghezza 🙂
Grazie del commento e di aver espresso la tua opinione. Scambiarsi opinioni è sempre utile.
Se ci si sente tristi perchè non ci si sente amati sicuramente è importante ascoltare questa voce. Non è detto che però questa sensazione sia causata dall’altro o dai comportamenti altrui. Il nostro stato emotivo dipende da come noi interpretiamo le situazioni. Sono completamente in disaccordo con l’idea che “l’intuito non sbaglia”. L’intuito e le sensazioni sono influenzate da tantissimi fattori, tra i quali le emozioni del momento. Se “intuisco” che usciranno il 3 e il 23 sulla ruota di Napoli (nel Lotto), io eviterei di puntarci 10000 euro. Sono consapevole che è solo una sensazione e che le sensazioni sono effimere e possono sbagliare. Tu punteresti 10000 euro? Se “l’intuito non sbaglia” perchè non farlo?
Che si parli di sensazioni per il Lotto o per una relazione…sono sempre sensazioni!!!
Ogni tentativo di spiegazione genera un errore e tu come psicologo commetti sempre lo stesso errore;nn esiste una norma che ci garantisce come interpretare quello che sta accadendo sicuramente gli psicologi hanno il tabu’ dell’altro;hai mai accettato le responsabilità di un paziente?Si o no?Perché dovremmo parlare di noi dei nostri coping del nostro vissuto e l’altro?Gli altri?Se ti sto per fregare il portafogli e nn vai a intuito beh.. sulla metropolitana che usi?Cioe’ ogni tentativo di tornare sulla scena e dare una spiegazione logica e’ una idiozia perché nn puo’ essere responsabile di ogni cosa il proprio Se’;tu se fai una cagata con un paziente che fai?Dici che ha una resistenza..per cui..
la ringrazio del commento ma ho trovato difficoltà a capire cosa vuole dire e, di conseguenza, non so cosa vuole sapere.
Buongiorno, ho trovato per puro caso questo articolo e sento la necessità di riportare quello che vivo. È quasi un anno che sono fidanzata con un ragazzo che ha vissuto una vita non tanto semplice in famiglia..è cresciuto senza padre e con la madre i rapporti non sono mai stati idilliaci, anzi spesso si scontra con lei.
Ha avuto una relazione prima di me durata anni, ma è stato lasciato proprio per alcuni lati del suo carattere. Nella fattispecie, nella relazione con me è molto freddo, difficilmente prova ad avere un approccio fisico, intendo dire abbracci, baci, carezze. Facciamo l’amore si, ma la cosa che mi fa stare male è che non riesce mai a capire quando deve rubarsi un momento, tipo anche se riusciamo a stare mezz’ora soli…è sempre molto impostato sulle reazioni. Io questa condizione la soffro tanto, perché a differenza sua sono molto calorosa, lo abbraccerei di continuo e di continuo gli direi che lo amo…cosa che lui fa davvero raramente, ma penso che lo faccia solo perché ne ho bisogno. So che mi ama perché spesso parla di progetti futuri con me, in cosi poco tempo ha già pensato che sia giusto andare a vivere insieme e mi informa di tutte le Sue cose…. alla fine ho capito che lui ama se stesso più di ogni altra cosa, mette se stesso prima di tutto (ed è giusto per carità), ma non si interessa delle mancanze che posso provare.
Gli ho parlato di quello che provo, lo faccio spesso e mi dice che esagero, che mi lamento per cose inutili…perché lui non è tipo da dimostrare cose in continuazione, è fatto cosi.
Secondo lei dottore? Sbaglio qualcosa? Come posso convivere con un partner così, che amo tanto ma allo stesso tempo mi sento trascurata.
Attendo un gentile consiglio.
Saluti
Buon pomeriggio,
l’esperienza che mi descrive è vissuta da tantissime persone che hanno un partner che ha un modo differente di vivere la relazione ed esprimere l’affettività.
Come ha potuto leggere nell’articolo ognuno di noi ha modi differenti di relazionarsi.
Credo che sia possibile lavorare su più livelli. 1. è importante che lei prenda consapevolezza che avere dimostrazioni d’amore è una cosa positiva, che si può desiderare ma non indispensabile e non è un bisogno essenziale.
2. è importante cercare un punti di contatto. Chiarire come ognuno desidera vivere la relazione l’espressione dell’affettività e cercare di avvicinarsi su questo aspetto.
Mi ha scritto che “mette se stesso prima di tutto, ma non si interessa delle mancanze che posso provare”. Che intende con questa frase? Lui ha dimostrato, su altri aspetti, di mettere le sue esigenze (di lui) davanti ai suoi desideri?. La coppia deve cercare di vivere in un clima di parità dove i desideri dell’uno sono importanti al pari di quelli dell’altro.
Io credo che siamo importante chiarirsi e capire quali difficoltà prova lui nel fare piccoli gesti. Le consiglio di non essere generica nel palare di quello che desidera. Se vuole essere abbracciata di più, lo dica espressamente. Alcune volte, quando si parla in maniera generica (“sei poco affettuoso”) si rischia di non capirsi.
Spero di esserle stato d’aiuto. Se ha altre domande, sono a disposizione.
🙂
Gentile dottore, la ringrazio tantissimo per la risposta 🙂
Rispondo alla domanda che mi ha posto dicendole che intendo dire che il mio partner mette se stesso prima di ogni altra cosa, perché ci sono stati episodi che ultimamente hanno caratterizzato la mia vita in cui avevo tanto bisogno di lui, ma proprio come presenza fisica, come conforto…oltre che delle sue carezze, che se ci fossero state sarebbe stato tutto ancora più bello! Sostengo che pensi solo a se stesso perché nel nostro rapporto vede solo i suoi di problemi…che con amore provo a risolvere insieme a lui (facendomi in 4 per lui). È come se non fosse empatico nel capire che anche io a volte posso poter soffrire per dinamiche della mia vita…se anche gli paleso un desiderio, come quello appunto di un abbraccio e mi arrabbio di brutto con lui tramutando tutto in litigio…mi risponde dicendo “io in questo momento ho problemi più seri che pensare alle tue paranoie e a situazioni inesistenti che vedi solo tu”.
Scusi se mi sono dilungata…però forse dovrei solo imparare ad accettarlo così com’è!
Cordialità
Buongiorno,
leggendo traspare la sua sofferenza e questo mi dispiace molto, le relazioni dovrebbero essere il più possibile fonte di gioia.
Voglio condividere con lei due mie riflessioni.
Entrambi i partner hanno il diritto di esprimere le proprie esigenze e di essere ascoltati. Quando sta male esprima chiaramente il suo malessere. Se il suo partner sostiene che i propri problemi siano più gravi, faccia notare che ognuno vive i propri problemi come importanti. Ciò però non ci deve portare a svilire i nostri problemi o quelli altrui.
I partner si accettano per quello che sono ma è importante anche non subire. Ricordiamoci i nostri diritti.
Spero di esserle stato d’aiuto.
Sul mio canale YouTube ci sono diversi video su come affrontare le difficoltà all’interno della coppia. Le invio un video dedicato all’accettazione ( ce ne sono molti altri).
ACCETTARE L’ALTRO
Salve mi chiamo sono straniera 34anni mio compagno e più grande 12anni scrivo perché vorrei che qualcuno può chiarirmi conviviamo assieme anche un figlio in tutti questi anni non mi sono mai sentita la sua parità sempre chiuso,non divertente non mi sento amata non mi ha mai chiesto di spostare anche se io lo voglio,manca di empatia a momenti quando ho bisogno di lui e sempre a disparte,e da importanta solo alle sue cose.ho cercato di parlare e soltanto per un giorno due ché stiamo bene poi va dormire da solo non mi cerca mai neanche per fare il amore per uscire solo io lo cercò non capisco perché non so cosa fare
Se avete poca comunicazione e poca intimità è il caso di fermarvi e riflettere sulla vostra storia. Dovete chiarire che cosa desiderate da una relazione e come volete contribuire al bene della coppia.
Avete mai pensato di chiedere aiuto ad un terapeuta di coppia?
Salve, è un po’ di tempo che purtroppo mi trovo a rimuginare sulla mia vita di coppia. Il mio compagno con il quale ho 2 bambini spesso e volentieri si “dimentica” che anche io ho bisogno delle sue attenzioni. È una persona seria, un ottimo padre, con i nostri figli infatti non ha problemi a dimostrare affetto e dimostrarsi sempre disponibile, nei miei confronti invece sembra essere freddo e distaccato. non stiamo passando un bel periodo e io non faccio altro che elemosinare attenzioni quali baci carezze o dimostrazioni d affetto in generale ma sopratutto non faccio altro che essere arrabbiata perché il suo atteggiamento non cambia. Godiamo di una buona sfera sessuale, ma ha un filtro nei miei confronti, non si lascia andare, cosa appunto che succede solo con me, con i miei bambini e con le altre persone della famiglia come per esempio sua madre risulta essere a volte anche iperprotettivo.
Non capisco se questo suo atteggiamento sia caratteriale, oppure di un disinteresse nei miei confronti proprio di un segnale che la nostra storia sia finita.
Di certo ci portiamo alle spalle un periodo non facile, una storia nata dal niente, la prima gravidanza inaspettata, un uomo che è passato da girare il mondo da single con il portafoglio pieno a cambiare i pannolini di 2 figli avuti in 2 anni che inevitabilmente pur facendo lo stesso lavoro ti tengono a casa e ti svuotano il portafoglio, vari traslochi, un interruzione di gravidanza e i lavori per ristrutturare casa..una stagione lavorativa super stressante…ma L unica alla quale viene tolto qualcosa sono io…
Buona sera e grazie della sua testimonianza.
La riflessione che il suo commento mi stimola è su due livelli.
1. La prima riflessione è strettamente legata alla sua crescita personale.E’ importante prendere consapevolezza che, anche se desideriamo le attenzioni altrui non ne abbiamo bisogno. Il bisogno è qualcosa senza il quale non possiamo vivere. Le attenzioni non sono indispensabili.
2. Il secondo stimolo riguarda la coppia. Ne avete provato a parlare? Credo che sia importante parlarne in maniera non accusatoria. Si ricordi che lei ha il diritto di esprimere i suoi desideri. In un momento di tranquillità e di intimità emotiva può spiegargli che gli farebbe piacere qualche abbraccio in più. Sul piano della comunicazione le consiglio di essere molto chiara nell’esprimere i suoi desideri. Invece di dire “vorrei vederti più affettuoso” può dire “mi farebbe piacere che al ritorno dal lavoro, tu mi dessi un abbraccio”. Essere chiaro nei comportamenti può essere d’aiuto per comprendere cosa si desidera.
Un aspetto importante, come ha potuto leggere nell’articolo, è non personalizzare i suoi comportamenti. Ci può essere la possibilità che quei comportamenti siano il suo modo di vivere la relazione di coppia.
Spero di essere stato d’aiuto e sono a disposizione per altri chiarimenti. Molti spunti sulle relazioni di coppia li può trovare sul mio Canale YouTube.
Salve, ho 26 e lui 30.. stiamo insieme da tre anni
E conviviamo solo da 1 anno.. ultimamente mi sento tanto trascurata da lui lo vedo spesse volte assente.. sono una ragazza che ho sempre bisogno di certezze e dimostrazioni!! Ho provato a parlare con lui ma lui ribadisce che non è vero mi faccio solo paranoie inutili quando in realtà ne soffro di queste sue mancanze! Ad esempio: la mattina quando si sveglia non mi bacia capita che lo dimentica.
Non organizza mai niente per noi anche una cena in un locale che tanto adoro io e lui!! Vorrei sposarmi in chiesa ne parlo solo io perché lui non prende mai il discorso (sposarmi in chiesa è sempre stato il mio sogno) Non vedo che lui abbia bisogno di me e da quando conviviamo sento che lui mi da troppo per scontata e forse per questo non mi sento più abbastanza anche con me stessa! Mi sento tanto insicura.. ho il dubbio se io le piaccio ancora o forse si è stancato di me, Tante volte vorrei cambiare look Giusto per vedere una sua reazione ma non ho stimoli perché mi sento tanto spenta!! Scusatemi per lo sfogo ma non amiche vere con cui parlare!! È oltre questo non posso contare nemmeno Sulla mia famiglia!! Grazie per l’ascolto.
Grazie a lei per la sua testimonianza.
Come ha già compreso, avete modi diversi di vivere la relazione. Il fatto che una persona si dimentichi di baciare al mattino, non significa che non c’è più amore. Può essere stata una semplice dimenticanza.
Nel commento sostiene di aver “sempre bisogno di certezze e dimostrazioni”, forse questo è il punto su cui dovrebbe lavorare. E’ importante comprendere che l’altro non ha lo scopo di soddisfare un nostro bisogno ma è una persona indipendente da noi con cui scegliamo di vivere un percorso di vita. Quando pensiamo di aver bisogno dell’altra persona rischiamo di creare dipendenza affettiva e di predisporci a stare male se l’altro non risponde alle nostre aspettative.
Spero che questi spunti le possano essere d’aiuto.
Buona giornata
Rivolto a tutti/e
Ho letto molte interessanti disquisizioni sull’argomento per cui ripetermi sarebbe fuori luogo.
MA FACCIO UNA OSSERVAZIONE: …L’innamoramento ha una forte componente irrazionale.
Il dio AMORE (puo’ anche bypassare l’innamoramento) si mostra solo RAZIONALMENTE. Possono riconoscerlo chi ha la consapevolezza che la “VITA” ( non la “vita ” )presenta due facce: AMORTE e MORTE di corretta origine sanscrita.. PRESENZA ed ASSENZA.
Chi non ha ben chiara questa dinamica superiore non conoscera’ ne’ l’una ne’ l’altra!
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Piu’ banalmente parlando :
La quasi totalita’ del genere umanom, spiritualmente non elevato…,pretende di amare / essere amato/a …….. PER DECRETO LEGGE!!!!!!!!!!!!!! ovvero:: La follia del mondo.
Grazie mille di aver voluto condividere le tue riflessioni.
Buonasera,
Ho da un anno una relazione con un uomo che amo moltissimo. Da diversi mesi mi lamento spesso della sua mancanza di attenzioni nei miei confronti. Gli ho detto più volte che non mi sento amata e vorrei riceverle, ma lui sostiene di essere fatto così. La cosa che mi preoccupa è che invece nei primi mesi del nostro rapporto lui si è comportato in modo del tutto diverso, mi ha ricoperta di attenzioni che neppure immaginavo e mi ha fatta sentire amata e desiderata come mai prima.
Lui sostiene che sia stato il mio comportamento insicuro e le richieste di conferme di amore da parte mia ad averlo allontanato.
Questa cosa mi amareggia perché lo amo tantissimo e non so cosa posso fare.
Buona sera,
grazie del suo commento.
in terapia di coppia mi è capitato molto spesso di sentire storie come la sua. La cosa fondamentale per evitare il senso di “non amore” è quello di confrontarsi e cercare di trovare un punto di contatto.
E’ importante che vi confrontiate e cercate un modo di esprimere l’affetto che possa andare bene ad entrambi. Ad esempio: lei potrebbe evitare di richiedere rassicurazioni e lui può essere un po’ più espansivo.
Riguardo l’idea dello scaricare la responsabilità del proprio comportamento sull’altro lo ritengo un atteggiamento non corretto in quanto nella relazione ognuno ha il 50% delle responsabilità di quello che accade.
Buongiorno, Dottore secondo lei dopo 16 anni si può diventare “ asincroni”, termine usato da mio marito per dire che non parliamo lo stesso linguaggio? Tutto nasce da una improvvisa e motivata mancanza di fiducia mia nei suoi confronti che viene avvalorata anche da una mancanza di attenzioni da parte sua. La sensazione di non essere accettata nel senso più ampio del termine, dopo che per 16 anni sono stata per lui la sua dea….. significa cadere nella assoluta incertezza, inadeguatezza, etc…etc…cosa devo fare?
Buongiorno,
per quanto spiacevole, quello che mi ha descritto può accadere.
La risposta è nella domanda: se parlate un linguaggio differente e c’è la volontà di ritrovarne uno comune, potete lavorarci.
Potete provare a coltivare qualche hobby insieme o migliorare la vostra comunicazione.
La cosa fondamentale è non dare un significato personale a ciò che sta accadendo. È importante evitare di assumersi la totale responsabilità dell’accaduto e viverla come una propria mancanza di valore.
Spero di esserle stato d’aiuto.
La ringrazio. Non è una situazione che avrei mai pensato di affrontare, mi sentivo una privilegiata e invece… la vita riserva sempre delle cose nuove. Purtroppo nonostante lui dica che insieme ce la possiamo fare, il suo linguaggio del corpo dice altro e io, purtroppo lo avverto. A porole si è bravi… nei fatti siamo molto deficitari
Il fatto che lui sia ben predisposto è una cosa positiva. Io non farei molto affidamento al linguaggio del corpo e alle sensazioni perché molto dipende da come interpretiamo le situazioni.
Se ci focalizziamo sulla mancanza di speranza è normale continuare a interpretare le situazioni con questo atteggiamento.
Buongiorno,
Ho trovato questo angolo del web casualmente, proprio perché cercavo disperatamente un “rimedio” al mio non sentirmi amata. É da qualche tempo a questa parte che mi sento in questa maniera, eppure non ho motivi concreti ed evidenti per sentirmi così.
Sto con un ragazzo da circa un anno e non ci siamo mai detto “ti amo”, a parole più di un ti voglio bene non c’è stato altro. Come faccio a capire se non è ancora tempo, se è lui ad essere fatto così oppure se perché questo sentimento non c’è (e/o non ci sarà mai)?
É la mia prima storia e superati da poco i 30 anni mi sento davvero spaesata. Probabilmente sono la prima a non amarsi, mi piacerebbe capire quanta responsabilità ho in tutto ciò, è una sensazione sulla quale devo lavorare oppure devo cambiare le persone che ho intorno? (Quest’ultima è più una riflessione che una domanda, so che nessuno può darmi una risposta, ma magari un aiuto a capirlo da sola).
Grazie
Buona sera e grazie di aver voluto condividere la tua esperienza e i tuoi dubbi.
Non esiste una “data di scadenza” per dirsi “ti amo”. Ognuno di noi ha tempi e modalità differenti.
La prima domanda che, secondo me, puoi porti è: lo amo?
Se ti senti di aprirti e dire al partner i tuoi sentimenti hai il diritto di farlo. Attraverso il confronto potete capire in che direzione sta andando la coppia. Come ho spiegato nell’articolo, ognuno di noi ha un modo differente di esprimere l’amore e non tutti usano le parole. Non puoi sapere cosa pensa l’altra persona se non chiedendo e parlando sinceramente.
Salve, ho letto vari commenti e mi ritrovo in diverse delle storie raccontate. Anche io ho un compagno decisamente poco presente e affettuoso, dal quale non mi sento amata. Mi sento di dire che questa “diplomazia a tutti i costi” non sia sempre salutare per persone (spesso donne) che si trovano in situazioni simili: sentirsi dire di dover accettare, comprendere ed avallare i meccanismi comunicativi dell’altro anche quando non incontrano le proprie esigenze, abbassando per forza di cose la testa e portando pazienza per salvare la relazione, non penso sia un modo sano di affrontate la cosa; inoltre, credo che un professionista – un terapeuta – debba essere in grado di riconoscere la sofferenza di chi è all’interno di un rapporto svalutante ed impari, dal punto di vista sia affettivo che pratico, e sia chiamato ad aiutarlo a salvare se stesso in primis, più che la relazione. Chi vive queste dinamiche vuol sentirsi compreso, appoggiato e vuol sentire di poter contare almeno su un aiuto esterno che spinga a ricostruire la propria autostima e, in sostanza, ad abbandonare la relazione prima che questa distrugga completamente la persona e il modo in cui essa vede se stessa e il mondo. Dottor Collevecchio, lei è sicuramente un ottimo esperto, ma mi sembra che parli in modo eccessivamente “razionale”, puntando tutto su un politically correct che in fin dei conti non fa che indirizzare queste donne (me compresa) a rimanere all’interno di una relazione insana. Lo trovo aberrante.
La ringrazio per questo commento perchè mi permette di approfondire l’argomento.
Credo di non aver mai scritto nell’articolo che una persona debba abbassare per forza di cose la testa portando pazienza. Tantomeno ho scritto che una persona deve rimanere in una relazione svalutante.
Nell’articolo parlo del nostro modo di esprimere e ricevere affettività. Ognuno di noi ha un modo diverso di farlo. Ragionare sui nostri atteggiamento mentali possiamo trovare un compromesso e un punto di contatto.
Accettare che l’altra persona abbia un modo differente di esprimere il proprio amore non significa rassegnarsi.
Se una relazione è connotata da svalutazione e frustrazione è sicuramente una relazione non salutare.
Nell’articolo non dico mai di subire passivamente la svalutazione altrui.
E’ importante comprendere che ognuno ha un modo diverso di vivere la relazione e cercare un compromesso.
Se non è possibile trovare il compromesso e se le visioni sono totalmente diverse si può valutare anche la separazione.