Ho deciso di scrivere questo articolo per rispondere alle numerose domande che mi vengono poste sulle emozioni. Una domanda particolarmente ricorrente è: “che cos’è l’empatia?”. Spero, con questo breve scritto, di aiutarti a comprendere che cosa si intende con il termine empatia e quali sono le sue caratteristiche. Voglio sfatarti anche alcuni miti sull’argomento. A fine articolo ti illustrerò anche gli aspetti negativi dell’empatia.
Prima di iniziare, scrivi nei commenti la tua definizione di empatia. Parlare di emozioni ed empatia è un compito arduo perché è un argomento ampissimo con tante sfaccettature differenti. Come puoi ben immaginare questo breve articolo non ha la presunzione di spiegarti tutte le sfumature e le complessità del tema. Desidero solo aiutarti a capire lacune cose fondamentali.
Ti ho chiesto di scrivere la tua definizione di empatia perché è un compito arduo che ti aiuta a capire la complessità del tema. Prima di ogni cosa, credo che sia importante sottolineare che con questo termine si intende una delle abilità sociali fondamentali. Anche se non ne siamo consapevoli, le nostre relazioni interpersonali sono fortemente influenzate dalle nostre abilità comunicative, affettive e di problem solving. Parlare con qualcuno, sostenere emotivamente, esprimere un desiderio sono solo alcune delle abilità complesse che utilizziamo nelle nostre relazioni.
Che cos’è l’empatia
Tra le abilità essenziali per delle relazioni sane e costruttive vi è quella dell’empatia.
Con questo termine si intende la capacità di mettersi nei panni altrui, cioè riuscire a percepire le emozioni e i pensieri delle altre persone.
La definizione che ti ho appena presentato implica due processi fondamentali che è bene analizzare: processi cognitivi ed emotivi.
Processi cognitivi
Con il termine “processi cognitivi” si intende la capacità di una persona di cambiare la propria prospettiva al fine di cogliere quella dell’altra persona. Anche se questo processo può sembrare semplice in verità, non tutti riescono a cogliere il punto di vista altrui. Alcune volte delle rigidità personali oppure convinzioni totalmente differenti possono rendere difficoltosa l’adozione di un altro punto di vista. Se vuoi approfondire l’argomento e capire come accettare l’altro puoi vedere il video che ho pubblicato sul tema: come accettare l’altro.
Processi emotivi
I processi emotivi alla base dell’empatia permettono la condivisione del proprio vissuto emotivo. La persona cerca di sentire emotivamente quello che prova l’altro. Se i processi cognitivi coinvolgono il nostro modo di “vedere” il mondo, la componente affettiva ha lo scopo di farci “sentire” quello che prova l’latra persona.
La persona empatica è colei che riesce ad integrare entrambi i processi e avvicinarsi al vissuto dell’altro. Come puoi immaginare nessuno può sentire e vivere le stesse emozioni di un’altra persona. Ciò è dovuto alla nostra predisposizione mentale, alla nostra storia e alle nostre credenze. Ma, l’acquisizione del punto di vista altrui e la sperimentazione possono aiutare la persona ad avvicinarsi emotivamente all’altro.
Un aspetto che spesso viene sottovalutato è l’importanza del non giudizio presente nel processo. Come spiegato precedentemente la rigidità sulle proprie convinzioni può portare l’individuo a non percepire il vissuto altrui. Un eventuale giudizio morale impedisce l’accettazione delle emozioni dell’altra persona e, di conseguenza, impedisce il processo.
Se si vuoi coltivare un atteggiamento empatico è fondamentale riuscire ad astenersi dalle valutazione e accogliere l’esperienza per quella che è.
Un’altra caratteristica dell’empatia è coltivare il giusto equilibrio tra vicinanza emotiva e distinzione di sé dall’altro. Quando si prova empatia per un’altra persona è importante non perdere la propria identità allo scopo di non venir travolti dalle emozioni altrui.
Coltivare il giusto confine tra sé e l’altro permette di tutelarsi dalla sofferenza altrui.
Gli estremi dell’empatia
Dopo aver capito che cos’è l’empatia è importante comprendere quando può divenire un problema. Come ti ho detto precedentemente, una caratteristica fondamentale della sana empatia è la giusta distanza dal vissuto emotivo dell’altra persona.
Infatti, quando le distanze sono eccessive o troppo ridotte si rischia di non essere d’aiuto agli altri e fare del male a se stessi.
Molte persone credono che essere “troppo” empatiche sia un complimento o qualcosa di cui vantarsi. Io credo, invece, che empatizzare troppo con la sofferenza altrui significa non essere in grado di riconoscere la propria identità, i propri desideri e il proprio spazio di vita.
Farsi carico in maniera eccessiva del dolore altrui porta molte persone ad entrare in confusione. Non solo si mettono nei panni emotivi dell’altra persona ma anche nel loro blocco mentale. Le persone che soffrono molto possono avere difficoltà a vedere la situazione nella sua complessità. Questa mancanza di visione globale diminuisce enormemente le capacità di reagire alla situazione e di rimanervi bloccati.
Troppa o troppo poca
All’opposto essere eccessivamente distanti dalle emozioni altrui non permette alla persona di capire cosa l’altro sta provando e pensando. L’eccessiva distanza emotiva fa sentire sola la persona sofferente. L’individuo non riesce a condividere il proprio dolore che viene visto come intollerabile. La persona che pone eccessiva distanza emotiva dagli altri può anche risolvere in maniera egregia i problemi ma lascia un vuoto emotivo nell’altro.
Spero che questo articolo ti abbia aiutato a capire che cos’è l’empatia e quali sono le facce scure nella medaglia.
Se vuoi essere veramente di aiuto e di sostegno agli altri è fondamentale essere empatici e capire le emozioni e i pensieri altrui. Ma è altrettanto importante non rimanere invischiati nella situazione. La mancanza di un sano confine ti permette di essere meno d’aiuto agli altri.