In articoli passati ti ho spiegato cosa sono gli attacchi di panico. Dopo quell’articolo ho ricevuto diversi messaggi nei quali mi si chiedeva di approfondire l’argomento. Oggi, voglio spiegarti come riconoscere come riconoscere gli attacchi di panico.
Ti presenterò quali sono i sintomi principali di un disturbo da panico. A fine articolo tratterò anche uno dei sintomi più angoscianti: la derealizzazione.
Come puoi ben immaginare, questo articolo ha il solo scopo di fare informazione e non ha nessun valore diagnostico. Se credi di soffrire di un disturbo di panico chiedi aiuto ad un professionista. Insieme potrete capire se soffri di questo problema e potrete valutare le strategie d’intervento.
L’attacco di panico
Quando si parla di attacco di panico si intende una paura improvvisa e immotivata che si manifesta nell’arco di pochissimi minuti. La persona viene investita da un fiume di sensazioni fisiche che possono sembrare veramente devastanti. La velocità di comparsa fa sentire la persona disorientata e ulteriormente spaventata.
Si crea un circolo vizioso nel quale la paura attiva una reazione fisiologica importante. La persona che soffwre di panico tende ad interpretare la propria reazione fisiologica come la conferma che qualcosa di terribile sta accadendo. Molto spesso, le persone credono di star avendo un infarto o di stare per impazzire.
Questo pensiero causa ancora più ansia mettendo in moto un circolo vizioso che si autoalimenta. La paura attiva le reazioni fisiologiche che, a loro volta, creano altra ansia perché interpretate in maniera eccessivamente negativa. Se vuoi capire meglio il circolo vizioso che è alla base dell’attacco di panico ti invito a vedere il mio video: gli attacchi di panico.
Molte persone che vivono un momento di panico possono ricorrere all’aiuto del Pronto Soccorso perché convinti di star avendo un infarto e di morire.
La comparso repentina e senza preavviso porta la persona a vivere in un continuo stato di allerta e di paura.
Prima di spiegarti come riconoscere un disturbo da panico voglio fare una precisazione. Avere un attacco di panico non significa soffrire di un disturbo da panico. Infatti, come vedremo tra breve, il disturbo da panico è connotato da frequenti attacchi di panico.
Ma entriamo bel vivo dell’argomento dell’articolo: come riconoscere gli attacchi di panico.
Come riconoscere gli attacchi di panico
Sintomi di un attacco di panico
Anche se è scontato, è bene ricordare quali sono i sintomi principiali con i quali si manifesta un attacco di panico.
I sintomi più di frequente denunciati sono:
- Palpitazioni, battito cardiaco o battito accelerato
- Sudorazione
- Tremante o tremante
- Sensazioni di mancanza di respiro o soffocamento
- Una sensazione di soffocamento
- Dolore al petto o disagio
- Nausea o dolore addominale
- Sensazione di vertigini, instabilità, stordimento o svenimento
- Sensazioni di intorpidimento o formicolio (parestesie)
- Brividi o vampate di calore
La comparsa dei sintomi è improvvisa e repentina. Alcune persone sostengono che tutto il ciclo del panico (comparsa, apice e scomparsa) avvenga nell’arco di 20-30 minuti.
Hai frequenti attacchi di panico
Avere un attacco di panico non significa soffrire di un disturbo da panico. Infatti, la percentuale di persone che nell’arco della propria vita hanno sperimentato un attacco di panico è molto elevata rispetto gli individui che soffrono di disturbo da panico.
Chi soffre di un disturbo da panico tende ad avere attacchi di panico frequenti e limitanti.
La presenza di attacchi di panico porta la persona a vivere un constante stato di allerta e preoccupazione che può arrivare ad interferire con la quotidianità.
La preoccupazione costante può portare la persona a limitare le proprie attività. Il timore che si possa scatenare un attacco di panico porta la persona ad utilizzare strategie rassicuranti come, ad esempio, uscire solo in compagnia.
Eviti le situazioni ansiogene
La persona che soffre di un disturbo da panico può mettere in atto strategie di evitamento pur di non provare le sensazioni spiacevoli del panico. Questo atteggiamento, oltre a limitare le attività quotidiane rischia di intensificare il problema. Infatti, evitare le situazioni temute porta la persona a sentirsi sempre più inadeguata rispetto all’esperienza. Evitando la situazione si rinforza la convinzione di non essere in grado in affrontarla. Il circolo vizioso che si crea si traduce in una vera e propria trappola dell’evitamento.
L’evitamento può manifestarsi in tantissimi modi differenti.
Ad esempio, se la persona evita i luoghi aperti (agorafobia) si può parlare di disturbo da panico con agorafobia.
Gli attacchi di panico non sono la conseguenza di altri problemi
Questo aspetto è spesso sottovalutato anche dai professionisti. Un disturbo da panico può essere definito tale se la causa non è rintracciabile in un problema biologico. Purtroppo, la facilità con la quale si etichettano alcune forme di disagio come “problemi psicologici” impedisce alle persone di fare delle attente valutazioni.
Per riconoscere un disturbo da panico è fondamentale escludere altre cause.
Alcuni problemi della tiroide possono presentare sintomi sovrapponibili a quelli del panico.
Le persone che soffrono di asma possono avere sensazioni di soffocamento e respiro corto simili a quelle sperimentate durante un attacco di panico.
Un abuso di sostanze eccitanti, come caffè, tè ed energy drink, possono portare la persona a vivere sensazioni di eccessiva attivazione fisiologica. Quest’ultima viene spesso confusa con crisi d’ansia.
Paura irragionevole di morire
La persona che soffre di un disturbo da panico può sperimentare, durante le crisi, la sensazione di stare per morire. Come ti ho illustrato in precedenza, la manifestazione improvvisa delle sensazioni fisiologiche spiacevoli può portare la persona a confondere i sintomi con quelli di un infarto o ictus. Alla luce di questi pensieri i sintomi vengono ulteriormente interpretati come conferma dell’imminente tragedia.
La paura di morire è spesso anche la conseguenza della convinzione di dover tenere sotto controllo le proprie reazioni fisiologiche. Quando queste non vengono controllate, si interpreta il tutto come una catastrofe intollerabile.
I pensieri assoluti e catastrofici con i quali vengono interpretare le situazioni creano ulteriore ansia e sensazione di morte imminente.
Paura di impazzire
Qualche giorno fa, un ragazzo descrivendo il suo attacco di panico mi ha detto che non riusciva a tenere a bada i suoi pensieri. Era consapevole del vortice di pensieri nei quali era caduto e, nonostante cercasse di rallentarli non ci riusciva. Questo lo ha portato a convincersi che stesse impazzendo. Dopo aver preso consapevolezza del suo destino nefasto il vortice è aumentato confermando la sua idea di star impazzando.
Come la paura di morire, anche il timore di impazzire è strettamente collegato al desiderio di controllo. La persona pretende di avere un controllo assoluto sui suoi pensieri. Quando sperimenta il fallimento della sua strategia si convince di stare per impazzire.
Sensazione di irrealtà
È descritta da molti come la sensazione più brutta del panico. Quando si è investiti dal vortice del panico molte persone sono consapevoli di quello che sta accadendo ma non riescono a fare nulla per impedirlo. Le persone si trovano a vivere l’esperienza con un certo distacco. Questo atteggiamento può causare sensazioni di derealizzazione e depersonalizzazione.
La persona si sente come rinchiusa in una bolla e vede se stessa e la situazione con distacco. Riesce ad osservare quello che sta accadendo ma non riesce ad intervenire. Molti hanno la sensazione che il corpo si muova in autonomia.
Alcune volte, le sensazioni di derealizzazione e depersonalizzazione sono la conseguenza di una eccessiva attenzione al proprio vissuto emotivo. La persona, spaventata, focalizza la sua attenzione sul suo stato psichico e sulle sue reazioni fisiologiche che la porta a sentirsi distaccata dalla realtà.
Spero che questo articolo ti abbia aiutato a comprendere come riconoscere gli attacchi di panico. Ti ricordo che, se pensi di soffrirne, chiedi aiuto ad un professionista per un’attenta valutazione.
Se hai domande o vuoi dirmi la tua opinione, lascia un commento!