Gli atteggiamenti che fanno stare male

Come hai potuto imparare dai miei articoli, il nostro stato emotivo è fortemente influenzato dal nostro modo di pensare. Il nostro vissuto emotivo non è la conseguenza delle situazioni che viviamo, ma di come le interpretiamo. Nell’articolo di oggi voglio presentarti gli atteggiamenti che fanno stare male e che ti impediscono di affrontare al meglio le situazioni. Il nostro modo di pensare e le nostre convinzioni sono i motivi per cui persone differenti, di fronte alle stesse situazioni, vivono esperienze diverse.

Due amiche si trovano ad essere entrambe criticate per il loro abbigliamento. Mentre Marta ci rimane male e soffre per la critica, Lorella non prova nessuna emozione spiacevole.

Il diverso modo di vivere l’esperienza è la conseguenza del differente atteggiamento mentale.

In passato ti ho parlato di dialogo interiore e della sua relazione con i disturbi psicologici. Oggi voglio approfondire l’argomento spiegandoti quali sono gli atteggiamenti che fanno stare male.

Prima di addentrarmi nell’argomento è bene fare alcune puntualizzazioni.

Il nostro modo di pensare è automatico al punto che spesso non ne siamo consapevoli. Abbiamo l’abitudine di credere fermamente al nostro pensiero e non ci fermiamo a valutare se esso è razionale o no.

Molto spesso, infatti, quando stiamo provando una forte emozione negativa (ansia, tristezza, rabbia) stiamo ripetendo a noi stessi delle convinzioni irrazionali e rigide.

Come consiglio generali, ai miei pazienti dico sempre che maggiore è la sofferenza e maggiore è la rigidità del proprio modo di pensare. Purtroppo, non sempre riusciamo a riconoscere la rigidità dei nostri pensieri.

Gli atteggiamenti che fanno stare male

Mentre parliamo con noi stessi commettiamo degli errori di ragionamento che influenzano enormemente il nostro stato emotivo. Questi errori di ragionamento vengono chiamati in psicoterapia cognitivo-comportamentale: distorsioni cognitive. Con questo termine si sta ad indicare l’alterazione dei nostri pensieri (cognitivo). Alcune distorsioni sono così frequenti e automatiche che non ne siamo consapevoli. Solo prestando loro attenzione potremo scoprire che sono irrazionali e, di conseguenza, correggerli.

Prendendo consapevolezza dell’irrazionalità di alcuni pensieri e atteggiamenti mentali possiamo provare a cambiarli e a sviluppare un modo di pensare più flessibile.

Come scoprirai a breve, tutte le distorsioni cognitive hanno in comune la tendenza ad essere rigide, irrealistiche e irrazionali.

Ma entriamo nel vivo e vediamo insieme quali sono gli atteggiamenti che fanno stare male.

Catastrofizzazione

Questo atteggiamento è caratteristico di chi soffre di ansia. La persona che tende a catastrofizzare è colei che predice in maniera negativa le situazioni. È importante sottolineare che la persona crede di sapere con certezza come andranno le cose senza avere dati oggettivi a sostegno della propria ipotesi.

L’errore sta nell’idea di poter sapere con sicurezza come andranno le cose.

“Domani ho l’esame di scuola guida, sicuramente mi sentirò male”, questo era il pensiero di Paolo. ha causa di questo atteggiamento, il ragazzo ha iniziato a provare intense sensazioni di ansia. Paolo si è fatto travolgere da questo pensiero, senza considerare che il futuro poteva rivelarsi differente da come stava immaginando.

Bianco-nero

Questo atteggiamento è detto anche dicotomico. La persona che commette questo errore di pensiero tende ad interpretare le situazioni in due modalità estreme, rigide e contrapposte. Non riesce a vedere il grigio che c’è tra i due poli.

Marta si è arrabbiata con il suo gruppo di amiche. Mentre tornava a casa pensava tra sè: “o mi danno ragione o sono delle sceme”.

L’atteggiamento bianco-nero porta la persona a non valutare posizioni più flessibile, realistiche e salutari. Si passa da una polarità all’altra provando intense sensazioni di rabbia, ansia e tristezza.

Lettura del pensiero

La persona che cade vittima di questa trappola ha la convinzione di sapere quello che gli altri stanno pensando o provando. Anche se conosciamo profondamente una persona non possiamo sapere con certezza cosa pensa o prova. L’errore sta nel considerare verità assolute quelle che in realtà sono solo delle ipotesi, senza avere dati oggettivi su cui fare affidamento.

Marta ha visto Luigi dall’altro lato della strada. Lei ha cercato di salutarlo ma lui non ha risposto. La ragazza si è rattristata perché ha iniziato a ripetere a se stessa: “non mi ha salutato perché voleva evitarmi. Sicuramente pensa che sono pesante”.

L’errore sta nel considerare certo ciò che è solo un’ipotesi.

Ragionamento emotivo.Gli atteggiamenti che fanno stare male

La persona che fa un ragionamento emotivo è colei che prende per oggettivamente fondato ciò che è, in verità, solo una sensazione o una convinzione.

La persona cade in errore perché attribuisce il valore di certezza ad una sua sensazione.

Angelo si demoralizza di frequente perché pensa che non si sente all’altezza di affrontare una discussione con i genitori.

È importante ricordare che le sensazioni non sono dati oggettivi e possono essere influenzate da tantissimi fattori differenti. Le nostre sensazioni cambiano da un momento all’altro.

Una domanda che pongo spesso ai miei pazienti è: “punteresti tutti i tuoi soldi sul 3 sulla Ruota di Napoli, al Lotto, solo perché te lo senti?”. La maggior parte delle volte le persone risponde di no perché sostiene che è solo una sensazione. Allora, perché fidarsi delle sensazioni, in altri contesti?

Sminuire il positivo

La persona tende a sminuire le cose belle che gli accadono o i successi che raggiunge. Molto spesso la persona sminuisce i propri successi attribuendoli al caso, alla fortuna o alla bontà altrui.

Giulia ha preso 9 al compito di matematica. Nonostante avesse preso un bellissimo voto si sentiva triste perché pensava: “il compito non era particolarmente difficile. La professoressa ci ha voluto aiutare”.

Le persone che sminuiscono il positivo possono provare intense sensazioni di tristezza e non provare piacere per le mete raggiunte.

Ti è capitato di sminuire il positivo? In quale situazione? Scrivilo nei commenti.

Doverizzazioni

Tra gli atteggiamenti che fanno stare male credo che le doverizzazioni siano quelle più deleterie. Le doverizzazioni, dette anche pretese, sono caratterizzate dal percepire come una necessità assoluta ciò che è solo preferibile. La persona ha un’idea rigida su come gli altri, se stessa e le situazioni dovrebbero andare. Si hanno regole rigide di comportamento. Quando queste regole non vengono rispettate si provano intense emozioni di rabbia. Per approfondire l’argomento puoi vedere i video sulle doverizzazioni.

La doverizzazione si presenta sotto forma di regola rigida.

Gloria ha fatto cadere a terrà un bicchiere e lo ha rotto. Il marito si è arrabbiato con lei perché ha pensato che “doveva stare più attenta e non doveva far cadere il bicchiere”.

Etichettare

La persona che etichetta ha la tendenza a dare una valutazione globale ad una persona o ad una situazione senza tenere in giusta considerazione altri fattori. Etichettare significa dare un giudizio globale e generalizzato.

La festa è stata uno schifo

Paolo è un perdente.

Io sono un incapace

Quando si etichetta si rischia di non osservare con la dovuta attenzione tutte le altre caratteristiche della persona o della situazione.

Personalizzazione

Le persone che commettono questo errore di pensiero tendono ad assumersi la responsabilità dei comportamenti altrui senza alcuna base oggettiva.

Patrizia crede che il padre beva perché lei è una bambina cattiva.

Quando si cade in questa trappola non si considerano altre variabili che possono aver influenzato il comportamento altrui.

Per non cadere nella personalizzazione cerca di analizzare con attenzione quello che ti è accaduto e di capire le tue responsabilità e quelle che non sono tue.

Gli atteggiamenti che fanno stare maleIpergeneralizzazione

Con questo termine si intende l’abitudine a generalizzare alcuni concetti. Mi capita spesso di sentire persone affermare che alcuni problemi non si risolveranno mai o che tutte le persone sono egoiste. Questi sono solo due esempi di ipergeneralizzazione.

Puoi riconoscere questo errore di pensiero perché spesso contiene avverbi come: sempre, mai, ogni volta, tutti, tutto, nessuno.

L’errore sta nel generalizzare concetti senza valutare altre ipotesi.

Attenzione selettiva

È il classico atteggiamento che utilizziamo quando selezioniamo solo le informazioni che vanno a confermare le nostre idee iniziali. Tra gli atteggiamenti che fanno stare male, credo che questo sia il più subdolo perché difficilmente riconoscibile. Quando utilizziamo questo modo di pensare abbiamo la tendenza a sminuire e non tenere inconsiderazione i dati e le situazioni che vanno contro la nostra idea.

Giusy ha ricevuto numerosi complimenti per il suo abito, ma presta attenzione solamente alla critica di un’amica. Aver prestato attenzione in maniera particolare alla critica ha portato la ragazza a sentirsi triste e in imbarazzo.

Esagerazione

Chi cade in questa trappola esagera le esperienze o le sensazioni negative. L’esagerazione non fa altro che procurare ulteriore sofferenza ingiustificata.

Giusy ha ricevuto una critica da parte di un’amica e comincia a provare un profondo stato d’angoscia e agitazione. Il suo malessere è la conseguenza della sua tendenza ad esagerare il negativo. Infatti, sentita la critica, Giusy ha iniziato a dire a se stessa: “sono stata criticata, questa cosa è terribile. Non riesco a tollerarla”.

L’ansia e il malessere non sono la conseguenza della critica ma dell’interpretazione esagerata che ne fa la ragazza.

 

Spero che questo articolo ti aiuti a riconoscere in quali errori cadi più di frequente. Prendere consapevolezza  di quali sono gli atteggiamenti che fanno stare male ti aiuterà ad evitarli. Prova ad assumere un atteggiamento più flessibile che va a contrastare il pensiero irrazionale.

Se hai domande su questo argomento, o se vuoi che lo approfondisca, lascia un commento.

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